L’autismo, o più propriamente disturbo dello spettro autistico o ASD, è una problematica del neurosviluppo che compromette le abilità sociali, comunicative e a volte motorie. Viene diagnosticato in età pediatrica, solitamente quando il bambino ha 3-4 anni e si possono notare dei comportamenti insoliti.

L’autismo è infatti un disturbo che accompagna la persona per tutta la vita.

L’autismo non è solo una cosa da ragazzi

Quando si parla di autismo è quasi sottinteso che si stia parlando di un bambino o di un ragazzo ed infatti fino alla maggiore età le persone autistiche possono contare su una rete di sostegno per la persona e la famiglia.

La scuola è sempre più inclusiva per i ragazzi con autismo, si può richiedere un’insegnante di sostegno, si possono frequentare centri diurni e ricevere le migliori cure nei reparti di neuropsichiatria infantile.

Quando però una persona con autismo diventa adulta “il sistema” sembra abbandonarla. Finito il percorso scolastico le giornate diventano vuote, le relazioni costruite tanto faticosamente si disgregano e non si sa bene che posto occupare nella società.

Tutto il carico che era distribuito tra scuola, comunità e sanità, una volta che la persona autistica diventa adulta diventa affare esclusivo della famiglia.

Cosa fanno i bambini autistici una volta adulti?

La risposta è ovvia: un bambino con disturbo autistico diventerà un adulto con disturbo autistico.

Il disturbo autistico non è infatti “curabile”, ma può essere gestito nella sua sintomatologia per garantire una buona qualità di vita al ragazzo e futuro adulto.

Solo negli ultimi anni il mondo medico si sta occupando del tema dell’autismo in età adulta; In passato il ragazzo con disturbo autistico, una volta adulto, veniva trattato come un comune malato psichiatrico.

In realtà l’autismo non ha nulla a che vedere con le comuni patologie psichiatriche, quali schizofrenia, disturbo depressivo, disturbi da ansia, disturbi di personalità. Certo, a volte il disturbo autistico può coesistere con qualche patologia psichiatrica, ma non c’è alcuna correlazione.

L’autismo: riabilitazione e buone pratiche

Autismo
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L’autismo e l’adolescenza

Essere adolescenti non è una cosa facile, per i ragazzi neurotipici come per quelli autistici. L’adolescenza è l’età nella quale ci si diversifica dal nucleo familiare, si affermano i gusti personali, le proprie aspirazioni, le proprie capacità. Per una persona con autismo la transizione nell’età dell’adolescenza può essere può essere problematica, anche a causa dell’inesperienza dei genitori.

I genitori di ragazzi autistici possono trovarsi spaesati davanti ai cambiamenti del figlio, e continuarlo a trattare come un bambino.

E’ importante invece rendere il ragazzo con autismo il più possibile autonomo, esattamente come si farebbe con un ragazzo neurotipico.

Ci sono molte strategie per affrontare le azioni quotidiane, uno fra tutti è quello di creare una routine fissa, senza improvvisazioni. Le persone con autismo hanno infatti difficoltà nel risolvere problemi inaspettati, e anche una piccola sorpresa potrebbe diventare fonte di stress e nervosismo.

Riguardo le relazioni sociali, gli adolescenti con autismo danno molta importanza alle relazioni sociali, esattamente come tutti i loro coetanei. E’ importante quindi imparare a relazionarsi con i compagni senza avere comportamenti inaspettati o insoliti. Quella delle relazioni è la sfida più grande per un ragazzo con autismo, ma sicuramente la più soddisfacente.

La legge del “Dopo di Noi”

I genitori di persone con gravi disabilità convivono con la preoccupazione del cosa ne sarà dei loro figli, una volta che loro non ci saranno più, o non saranno più in grado di prendersene cura perché troppo anziani.

Nel 2016 è stata approvata Legge 112/2016 “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare“, entrata in vigore il 22 giugno 2016.

Questa legge vuole rispondere al problema sollevato da tanti genitori, sull’assistenza di persone con disabilità in assenza di familiari o altri caregivers.

La legge prevede che i servizi territoriali, Comune, Ausl di riferimento, Servizi Sociali, si facciano gradualmente carico dell’assistenza e del benessere della persona con grave disabilità. La legge non prevede l’erogazione di contributi diretti, ma permette la creazione di singoli progetti regionali e comunali.

In questo modo si riesce a creare un livello di assistenza adeguato e personalizzato sulle singole esigenze. E’ previsto che il singolo progetto sia curato e supervisionato da un case manager responsabile.

Il lavoro per una persona con autismo

Uno dei grandi problemi per una persona adulta, con autismo, è quella di inserirsi nel mondo del lavoro. Le persone adulte e autistiche facilmente finiscono per essere disoccupate o inoccupate, e ed invecchiare senza aver neppure mai provato a cercare un impiego.

Anche le persone che non presentano disabilità intellettive sono penalizzate dalla difficoltà nel relazionarsi con gli altri, e dalla difficoltà nel gestire le situazioni di crisi.

L’esperienza dell’Associazione “Il Tortellante” a Modena

L’esperienza dell’Associazione “Il Tortellante” di Modena è un’esperienza talmente bella e virtuosa che è un obbligo parlarne.

L’associazione nasce nel 2018, ovviamente a Modena, la patria del tortellino.

I ragazzi con autismo, una volta usciti dal percorso scolastico, non hanno alcuna possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro, nè tantomeno di sviluppare delle competenze lavorative. L’associazione Il Tortellante è nata proprio con questo scopo, avviare percorsi di formazione compatibili con il disturbo autistico, migliorare grazie al lavoro le relazioni con l’altro e potersi sentire utili e attivi nella propria comunità.

I ragazzi de Il Tortellante producono pasta fresca, fatta a mano, con l’aiuto e la guida di un team di psicologi ed educatori. Il lavoro dell’associazione non potrebbe essere svolto senza l’aiuto e l’esperienza delle nonne volontarie, che insegnano ai giovani l’arte della pasta all’uovo.

Durante gli eventi sociali in cui viene coinvolta l’associazione, i ragazzi imparano a lavorare in cucina, a fare i camerieri, a relazionarsi con il pubblico.

In questo modo, imparando a lavorare, si formano le proprie aspirazioni, i gusti e i sogni.

Le terapie per la persona adulta

Se la diagnosi di disturbo autistico è arrivata durante l’infanzia, è importante che tutte le cure e gli sforzi fatti sin da bambino non vengano abbandonati.

Con una persona adulta si lavora esattamente come con un bambino con autismo, scalando e personalizzando gli interventi in base alla sua età e alle sue esigenze.

E’ importante non considerare la persona con sindrome autistica come un bambino per tutta la vita, privandolo della possibilità di crescere. Lasciamo alla persona le proprie responsabilità, la sua indipendenza, come ogni persona adulta.

Vediamo su cosa viene supportata una persona adulta con DSA:

  • Migliorare le abilità sociali, curare la rete delle relazioni sociali e comunicare in maniera efficace. Le persone con autismo hanno difficoltà nella comunicazione e nelle relazioni sociali. E’ fondamentale migliorare queste abilità ed evitare l’isolamento sociale.
  • Essere autonomi nella routine quotidiana, curare la propria persona, la casa, l’alimentazione.
  • Riuscire a tenere sotto controllo i comportamenti stereotipati tipici del disturbo.
  • Lavorare sull’umore e sul controllo dell’emotività. Su questo aspetto è molto utile la psicoterapia individuale.
  • Imparare competenze lavorative e favorire la formazione e l’inserimento sociale.
Fonti:
https://www.psicoterapiascientifica.it/autismo-adulti/
https://www.osservatoriomalattierare.it/invalidita-civile-esenzioni-e-diritti/14600-dopo-di-noi-cosa-prevede-oggi-la-legge
https://www.jpsychopathol.it/wp-content/uploads/2015/08/editoriale3.pdf
https://lamenteemeravigliosa.it/autismo-in-eta-adulta-sfide-psicologiche-e-sociali/