Due delle patologie ossee più note e maggiormente diffuse, soprattutto nelle donne [1,3], sono l’osteoartrite e l’osteoporosi. Queste possono presentarsi a tutte le età: nei ragazzi ma anche negli adulti e negli anziani.
Le cause sono varie, possono esordire in concomitanza con una patologia autoimmune, in seguito alla menopausa o essere determinate dai geni per questo motivo la scienza le sta ancora studiando [2].
L’apparato osseo è molto importante per una vita sana e autonoma in quanto è quello che ci sostiene. Infiammazioni o danneggiamenti a ossa e articolazioni possono compromette la possibilità di spostamento nell’ambiente e precludere anche i più piccoli movimenti.
In questo articolo approfondiremo l’osteoporosi e l’osteoartrite vedendo quali sono i loro sintomi, il modo in cui possono essere curate e soprattutto come la riabilitazione può avere una grande parte nel migliorare la vita dei pazienti.
Osteoporosi e osteoartrite: le differenze tra le due patologie
Sommario
L’osteoporosi e l’osteoartrite sono due patologie che colpiscono l’apparato osteoarticolare, quindi lo scheletro in qualsiasi suo punto, ma si manifestano in due distretti differenti.
L’osteorartite, detta anche artosi, indebolisce le articolazioni che rappresentano i punti di giunzione delle ossa e sono particolarmente delicate.
Sono costituite da vari tipi di tessuti e strutture funzionali che vengono lubrificate da secrezioni, per favorire il corretto movimento dello snodo ed evitare il dolore.
L’avanzare dell’età e la degradazione delle cartilagini, i cuscinetti posti tra due estremità ossee per impedirne il contatto, possono determinare dolore costante o pulsante.
L’osteoporosi, invece è meno legata all’età e all’usura, colpisce la struttura delle ossa nella sua interezza e ha una più alta incidenza nelle donne in menopausa perché in questo periodo della vita si tende a produrre una bassa concentrazione di estrogeni.
Una delle funzioni di questi ormoni, oltre allo sviluppo dei caratteri sessuali femminili e all’ovulazione, e quella di stimolare l’allungamento e il tournover cellulare delle ossa, quindi se scarsamente prodotti creano una maggiore possibilità che si presenti la malattia [4]. Analizzando il tessuto osseo di un paziente malato di osteoporosi con esami specifici, come la MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), si possono scorgere delle vere e proprie cavità, infatti in questi casi è molto più facile andare incontro a una frattura.
Quali sono le ossa più a rischio?
Potenzialmente tutte le ossa e le articolazioni del nostro organismo possono essere soggette a osteoporosi e osteoartrosi ma ci sono dei distretti che presentano le patologie in modo privilegiato, come:
- ginocchia, caviglie e bacino sono le giunture su cui l’artrosi, nella maggior parte dei casi, si fa sentire maggiormente. Questo perché si tratta degli arti inferiori che hanno il compito di sostenere tutto il nostro corpo quando si è nella posizione eretta, inoltre tali punti vengono particolarmente sollecitati quando ci si sposta camminiamo per lunghi tragitti, soprattutto se si trasportano oggetti pesanti;
- femore e polso sono le ossa più soggette a rottura quando si è affetti osteoporosi in quanto sono molto lunghe o la loro articolazione permette dei movimenti particolarmente ampi.
Sintomi di osteoporosi e osteoartite
L’osteoporosi è perlopiù asintomatica, soprattutto nei primi anni, è possibile non accorgersi di averla fino a quando non si manifesta una rottura. Ci sono dei campanelli d’allarme, però, che possono spingere a fare un approfondimento in questo senso e a mettere in atto delle strategie preventive, che illustreremo in un paragrafo dedicato.
Alcune manifestazioni che potrebbero mettere in allerta sono:
- mal di schiena costante e frequente;
- diminuzione dell’altezza dovuta all’inarcamento della colonna vertebrale che forza la figura a una postura scorretta;
- la caduta improvvisa di un dente.
La diagnosi di osteoartrosi può, invece, essere più facile perchè questa patologia è accompagnata da un dolore acuto e che si manifesta in varie circostante:
- in seguito a un movimento a freddo, cioè quando ci si muove dopo un lungo periodo d’immobilità;
- per un uso continuato nel tempo dell’articolazione, i disturbi possono presentarsi anche sul posto di lavoro;
- quando ci si sottopone a uno sforzo, cioè si alzano carichi troppo pesanti.
Inoltre, altri sintomi che possono far presagire questa patologia sono: avere l’arto rigido dopo un lungo periodo d’immobilità, la presenza di uno scricchiolio quando si piega il gomito o il ginocchio e l’alterazione della forma di alcune parti del corpo, in particolare le dita della mano.
Misure preventive
Prima di parlare di cure di artrosi e osteoporosi è meglio citare le misure preventive che si possono usare se ad esempio altri componenti della famiglia sono soggetti a tali patologie o è stato diagnosticato un alto rischio di contrarle:
- fare movimento e sport di bassa intensità ed evitare un’attività prolungata che sforza troppo ossa e articolazioni in quanto può agevolare l’osteoartrite e determinare una sua manifestazione anche in età non troppo avanzata;
- evitare l’obesità, i chili di troppo sollecitano ossa e articolazioni rendendo anche più difficoltosi i movimenti;
- arricchire la dieta con cibi contenenti calcio, in particolare latticini come formaggio e yogurt, ma anche broccoli, spinaci e nei legumi;
- assunzione di integratori a base di vitamina D o in alternativa esporsi almeno 10 minuti al giorno alla luce solare, infatti si tratta di una sostanza che viene prodotto a partire dal colesterolo in una reazione che avviene nella nostra pelle ed è catalizzata dalle radiazioni UV. Questa vitamina è particolarmente importante in quanto favorisce la calcificazione ossea rendendo lo scheletro più forte.
Le cure per osteoartrite e osteoporosi
In caso di patologie conclamate, invece, meglio conoscere quali sono le cure, queste possono comprendere sia riabilitazione fisica che assunzione di medicinali:
- per l’osteoporosi si usano farmaci definiti “antiriassorbitivi” perché impediscono la degradazione ossea, tra questi si annoverano i bifosfonati delle molecole che riescono a legarsi alla struttura ossea e inattivare gli osteoclasti, le cellule deputate alla degradazione di questo tessuto. In tale classe di medicinali si annoverano anche gli ormoni sessuali, soprattutto nelle donne in menopausa, e i farmaci anabolici, che hanno il fine di ricostruire il tessuto partendo dai nutrienti assorbiti con la dieta o da sostanze già presenti nel nostro corpo;
- per l’osteoartrosi si punta principalmente a ridurre il dolore prescrivendo i FANS (Farmaci Antiflogistici Non Steroidei), proprio perché non sono risolutivi del problema ma si tratta di palliativi momentanei non devono essere abusati e, se somministrati per lungo tempo, presi insieme a un gastroprotettore perchè tendono a creare ulcere gastriche. Insieme a questi si possono dare dei farmaci definiti “condroprotettori” in grado di ripristinare o bloccare la degradazione della cartilagine, questi sono a base soprattutto di acido ialuronico, già presente naturalmente nel tessuto connettivo.
Come la riabilitazione può aiutare in questi casi
In concomitanza con le cure e la prevenzione, per stare meglio, in caso di osteoartrite e osteoporosi si possono usare delle cure riabilitative [5] che, un po’ alla volta, riescono a stabilizzare i fastidi che lamenta il paziente portando un miglioramento nella patologia. In ogni caso gli esercizi da svolgere si devono fare nei periodi di assenza di dolore, altrimenti sarebbe un’inutile sofferenza per il paziente e non si raggiungerebbe lo scopo prefissato.
Per curare l’osteoartrosi con sedute di fisioterapia si usa la riabilitazione distrettuale, un metodo che tratta in modo esclusivo la zona che presenta alterazioni. Quindi si opera a livello di piedi e mani forzando il corpo a ritrovare una posizione corretta anche tramite l’utilizzo di ortesi, termine che indica genericamente un apparecchio correttivo, un esempio possono essere i plantari da usare nelle calzature.
Solo dopo aver fatto dei progressi in questo ambito si parla di riabilitazione globale nella quale si agisce sull’intero organismo, per aiutarlo ribilanciarsi. Infatti è possibile che in caso di dolore a un’articolazione l’intero corpo si sia piegato assumendo una posizione alterata per ridurre la sofferenza. La riabilitazione permette di ritrovare la mobilità e la forza di tutti i muscoli muovendo in modo armonico l’intero fisico senza caricare il corpo con dei pesi eccessivi.
Terapie per l’osteoporosi
Per quanto riguarda l’osteoporosi la terapia principale è quella che permette la mobilizzazione del corpo, che determina un rafforzamento dei muscoli e di tutte le strutture che si usano per il movimento. Questo fattore stimola la meccanica dell’osso dando un imput positivo alle cellule che, in seguito a ciò, si riproducono [6]. E’ importante allenarsi con dei movimenti ripetuti in giorni stabiliti della settimana, questa cadenza aiuta a rinforzare tutto l’organismo.
Differenti esercizi sono pensati per vari tipi di pazienti, ad esempio per gli anziani è meglio fare un’attività di equilibrio e resistenza.
Per coloro che non possono alzare pesi si preferiscono esercizi di agilità, per prevenire le cadute e possibili fratture. Si consiglia anche la ginnastica posturale per imparare a gestire il proprio corpo anche tramite una corretta respirazione.
Fonti: [1]https://www.google.com/search?q=traduttore&rlz=1C1CHBF_itIT879IT879&oq=traduttore&aqs=chrome..69i57j0l7.1942j0j7&sourceid=chrome&ie=UTF-8 [2] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5380170/ [3]https://www.iofbonehealth.org/facts-statistics [4] https://www.nof.org/preventing-fractures/general-facts/what-women-need-to-know/ [5] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5851371/[6] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC617951
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