Una lesione cerebrale è un trauma molto invalidante, in quanto compromette la vita in tutti i suoi aspetti. E’ un danno al cervello, provocato da un trauma, un incidente o una patologia. Può colpire persone sia giovani, anche bambini, che mature, e colpisce indistintamente uomini e donne.
Crea una disabilità più o meno accentuata, alterando sia le relazioni con gli altri, ma soprattutto il rapporto con il proprio corpo. Gli effetti sono molteplici, non sempre visibili, e ricorrenti.
Si tratta di una patologia molto variabile infatti su ogni persona ha una ricaduta differente, per questo anche la terapia deve essere personalizzata e strutturata sul singolo caso.
Se vuoi sapere di più sulla lesione dell’encefalo continua nella lettura, scoprirai quali sono i suoi sintomi, come avviene la diagnosi ma anche quali sono le terapie e l’importanza che ha la riabilitazione.
Lesioni cerebrali: cosa sono?
Sommario
Il cervello è l’organo più importante del nostro organismo, deputato alla formulazione del pensiero, al movimento ma anche a tante piccole regolazioni, indispensabili per avere una buona salute e relazionarsi correttamente con l’ambiente.
Una lesione a questo livello può compromettere completamente o solo in parte le capacità dell’individuo. Le conseguenze sulla mobilità, sul linguaggio e sui sensi possono essere lievi oppure gravissime.
Purtroppo però un danneggiamento a livello cerebrale, qualsiasi sia la causa, è un disturbo con il quale si deve convivere per sempre, infatti le cellule nervose sono le uniche del nostro corpo che non possono rigenerarsi.
È possibile, però, che il tessuto ancora vivo muti, cercando di bilanciare le parti ormai inattive, modificando le sue funzioni e riorganizzandosi. Per questo motivo è molto importante la riabilitazione, come si vedrà più in avanti in questo articolo.
Una persona che presenta queste alterazioni, in termini medici, si chiama cerebroleso.
In Italia su ogni 100.000 persone si presentano 300 casi di lesioni cerebrali. [1]
Lesioni cerebrali: i sintomi
In seguito a una lesione del cervello il corpo risulterà limitato nello svolgere delle attività, si faticherà a fare i movimenti, alcuni distretti corporei risulteranno paralizzati o faranno fatica nello svolgere alcune azioni, ad esempio deglutire.
Insieme a questo ci può essere una riduzione del quoziente intellettivo con una difficoltà nell’elaborazione di pensieri complessi o nel parlare.
Non si può affermare con esattezza quali siano i sintomi specifici di una lesione cerebrale, questo dipende da individuo a individuo e dall’area di che è stata colpita; in linea di massima quelle che possono far presagire danni al tronco encefalico sono:
- svenimenti improvvisi;
- alterazioni della personalità;
- difficoltà a elaborare un discorso sensato;
- perdita di memoria;
- paralisi di alcune parti del corpo;
- capogiri e difficoltà a mantenere l’equilibrio;
- alterazione dei sensi, soprattutto vista e udito;
- vomito incontrollato, infatti il centro che lo gestisce si trova proprio a livello centrale.
Lesioni cerebrali: le cause
Le cause che portano a una lesione cerebrale sono davvero tante, in linea generale si differenziano in tre grandi aree:
- alterazioni genetiche, che si manifestano dalla nascita;
- incidenti, traumi fisici che danneggiano i tessuti presenti nella scatola cranica o il tronco encefalico;
- malattie degenerative che attaccano il sistema nervoso centrale.
Per essere più chiari faremo qualche esempio di eventi che possono portare alle lesioni cerebrali:
- ictus, questa parola deriva dal latino e significa colpo, si tratta dell’interruzione di vascolarizzazione di una parte del cervello dovuta alla rottura di un’arteria (in questo caso si definisce emorragica) o causata da un’ischemia, una chiusura di un vaso sanguigno creata da un embolo o da un trombo. L’assenza di sangue al cervello porta alla morte delle cellule che non ricevono né ossigeno né nutrimento;
- emorragia cerebrale, generata, la maggior parte delle volte, da un incidente traumatico che comporta un forte colpo al capo. Questa può essere aperta o chiusa e quindi determinare la fuoriuscita all’esterno del sangue o meno;
- tumore cerebrale, in questo caso c’è la formazione di una massa cancerosa che si ingrandisce a dismisura comprimendo i tessuti vicini e portandoli alla morte;
- anossia cerebrale, cioè carenza di ossigeno. Questa sostanza è indispensabile alle cellule per la loro sopravvivenza, infatti in sua assenza muoiono. Si verifica in caso di arresto cardiaco o nelle situazioni in cui è difficoltoso respirare, come in presenza di un soffocamento in atto;
- patologie a livello del cervello, come meningite (infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono la materia grigia), encefalite (una vera influenza che però colpisce l’encefalo);
- complicazioni durante il parto, come nascite premature o ritardate;
- esposizione a raggi X o rosolia durante la gravidanza.
Lesioni cerebrali: la diagnosi
Per diagnosticare una lesione cerebrale il medico, oltre che fare una visita al paziente per valutare la sua capacità residua di parola e l’abilità di movimento, valuterà i referti degli esami strumentali.
Questi infatti permettono di vedere il cervello in ogni sua parte per valutare in modo approfondito le zone che hanno subito dei danni. Gli esami maggiormente richiesti in questi casi sono:
- tomografia computerizzata (TC), il corpo viene colpito da raggi X che vengono elaborati da un computer il quale interpreta i segnali e dà un’immagine molto specifica della parte analizzata. Questo esame ha sostituito la TAC (Tomografia Assiale Computerizzta) che scansionava la parte del corpo in un singolo asse;
- risonanza magnetica un esame particolarmente specifico in grado di fornire una fotografia dettagliata. Il cranio in questo caso viene investito da onde radio generate da un magnete, per questo motivo durante l’esame non si può tenere addosso nessun oggetto metallico.
Una delle ultime scoperte in questo campo [2] ha notato che l’uso della diagnostica per immagini che permette di osservare il cervello in 3D, di cui fanno parte gli esami appena descritti, è particolarmente importante per fare una corretta valutazione della situazione del paziente. Infatti le parti del cervello non funzionano mai in modo isolato ma comunicano le une con le altre, determinando un continuo scambio d’informazioni. Una visione d’insieme quindi permette di valutare la residua attività cerebrale dell’individuo.
Lesioni cerebrali: terapia e riabilitazione
Dopo una lesione cerebrale l’unica terapia efficace, che porta dei miglioramenti concreti, è la riabilitazione. Infatti questa è una delle patologie per cui le sedute condotte da vari terapisti sono la cura d’elezione rispetto a farmaci o chirurgia. Una “cura” per la lesione cerebrale non esiste, ma si può cercare di migliorare la qualità di vita nel suo complesso.
Con la riabilitazione, infatti, si possono recuperare, anche solo in parte, le attività del cervello e rendere la vita del paziente quanto più vicina possibile a quella che aveva prima del trauma o permettergli d’imparare a svolgere dei compiti avanzati, nel caso in cui la disfunzione sia presente dalla nascita.
La riabilitazione più diffusa, soprattutto per i bambini cerebrolesi, si attua con il metodo Doman [3] che si basa sulla stimolazione del cervello con input differenti, che attivano i 5 sensi (udito, vista gusto e tatto).
In questo modo si induce la creazione di connessioni sempre nuove tra le varie porzioni dell’encefalo ancora attive, migliorando l’attività cerebrale. Tale metodo è tanto più efficace quanto il paziente è giovane.
Si può procedere anche con la terapia occupazionale, detta pure della vita quotidiana o ergoterapia, che insegna i metodi per affrontare le attività di tutti i giorni che normalmente non dovrebbero creare difficoltà. Si parla di imparare o reimparare a vestirsi, lavarsi, camminare, andare in un negozio per acquistare qualcosa, ecc. Non si agisce tanto sull’allenamento dei muscoli del corpo ma piuttosto si cerca di dare uno schema alla mente, viene fornita una tabella che comprende le singole azioni da svolgere che, unite, creano il movimento completo.
Se i pazienti non hanno subito delle lesioni molto gravi si può anche svolgere una terapia nel posto di lavoro affiancando il soggetto a un “collega tutor” per cercare di reinserirlo completamente nella vita precedente alla lesione.
Lesioni cerebrali: gli aspetti sociali
Uno degli aspetti peggiori per un paziente con danneggiamenti cerebrale è l’isolamento, spesso è costretto a casa e non ha relazioni se non con la sua famiglia.
Per aiutare la persona cerebrolesa anche riguardo a questo aspetto, è indispensabile una riabilitazione continua, già dalle prime fasi della malattia. Infatti avere una lesione cerebrale non deve compromettere la vita sociale, e continuare ad avere relazioni, amicizie, contatti, è fondamentale anche dal punto di vista riabilitativo.
I parenti, gli amici e i colleghi devono essere coinvolti quanto più possibile in questo processo così che comprenderanno le difficoltà che i cerebrolesi affrontano tutti i giorni e potranno apprendere gli atteggiamenti migliori da tenere. Si consiglia, ad esempio di:
- dare delle indicazioni semplici e chiare, non fornendo troppe informazioni;
- dare del tempo alla persona per svolgere la mansione o per rispondere;
- non sminuire il soggetto, quindi usare un linguaggio e un tono di voce normale.
Come strutturare il percorso riabilitativo
Per aiutare un paziente con lesioni al cervello è opportuno coinvolgere differenti specialisti ognuno deputato all’allenamento di una specifica funzione cerebrale [4]. Ad esempio il fisioterapista si occuperà del movimento e del rinforzo muscolare, aiutando il paziente a riattivare delle parti corporee che vengono mosse con difficoltà, mentre il logopedista si interesserà della parola e del linguaggio.
La prima fase di solito si svolge in una clinica, seguendo un calendario di riabilitazione molto intenso, in seguito si continua con delle sedute ambulatoriali di mantenimento, per non far perdere al paziente tutti i progressi che ha compiuto.
Fonti
[1]https://www.fragile.ch/fileadmin/user_upload/Downloads/01_Leben_mit_HV/European_Neuropsychopharmacology_2011_CostofdisordersofthebraininEurope.pdf
[2] https://www.stateofmind.it/2017/07/cervello-lesioni-cerebrali/
[3] https://www.domaninternational.org/blog/what-is-the-doman-method-by-spencer-doman
[4] https://sstefano.it/la-riabilitazione-delle-gravi-cerebrolesioni-acquisite
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