Come agisce fisioterapia
Sommario
La fisioterapia riesce a curare alterazioni muscolari e ossee, prevede la manipolazione e la mobilizzazione del corpo da parte di un professionista a mani nude o con l’utilizzo specifici dispositivi. Un terapista può aiutare persone che hanno subito dei traumi, sono affette da malattie, si sono sottoposte a interventi chirurgici, ecc.
I benefici della fisioterapia si possono esplicitare in vari ambiti, in quanto essa determina:
- una rimozione del dolore, ottimizzando la circolazione e favorendo il rilassamento delle fibre nervose;
- un miglioramento della mobilità delle articolazioni, in questo caso i target principali sono i muscoli nel punto in cui si innestano nelle ossa;
- un’eliminazione delle cattive abitudini, riallineando il corpo che, a causa di una scorretta postura a lavoro o in seguito a pratiche sportive troppo intense, ha assunto posture innaturali che determinano fastidi e dolori.
Nella maggior parte dei casi, già dalla prima seduta si riscontrano dei miglioramenti, ma per avere una risoluzione definitiva del problema occorre seguire in modo ligio tutto l’iter di terapia pianificata dal fisioterapista.
Fisioterapia per imparare uno stile di vita corretto
La fisioterapia è una scienza che, oltre a curare una lesione fisica localizzata, bilancia tutto il corpo fornendo agli utenti consigli su come prendersi cura di sé stessi. Si parla di “empowerment” [1], termine che definisce un’educazione alla consapevolezza del proprio fisico, non solo relativamente alla parte del corpo offesa ma in generale allo stile di vita e alla scelta di soluzioni migliori per ognuno. Gli specialisti, infatti, consigliano di continuare a svolgere gli esercizi appresi durante le sedute anche dopo la fine della terapia, per evitare di riaccendere il dolore e prevenire ipotetiche ricadute.
Le lesioni su cui è efficace la fisioterapia
La fisioterapia è adatta a un’utenza molto vasta, a nessuna fascia d’età è preclusa una seduta presso uno specialista del settore. Ne trarranno vantaggi i bambini e ragazzi molto giovani in via di sviluppo, ma anche agli anziani ai quali è consigliabile rivolgersi a un dottore in fisioterapia per risolvere i problemi di mobilità o eliminare i dolori. In generale tutti possono fare sedute di fisioterapia, le controindicazioni sono davvero poche e sono dovute alla presenza di: specifiche patologie, condizioni momentanee (come la gravidanza) o impianti (come il pacemaker).
Alterazioni fisiche che la fisioterapia può migliorare
Nella stragrande maggioranza dei casi ci si rivolge a un fisioterapista quando vengono diagnosticate lesioni muscoloscheletriche, infatti i professionisti in quest’ambito sono in grado di risolvere:
- strappi o stiramenti, determinati dalla rottura delle fibre che costituiscono il muscolo, la causa di questo infortunio può essere un movimento brusco dovuto a uno sforzo sportivo intenso o un’azione improvvisa performata a freddo;
- contrattura, si tratta della lesione meno grave che può interessare il muscolo infatti le fibre non si lacerano; si manifesta con un forte dolore, simile a quello di un crampo, che si fa sentire costante per un lungo periodo di tempo;
- fibrosi muscolare si può presentare in seguito a uno strappo nel caso in cui la riparazione della zona, da parte del nostro organismo, non avviene con tessuto muscolare ma con quello connettivo che non è elastico ma piuttosto rigido. Questo porta all’alterazione della contrattilità del muscolo.
Altre problematiche su cui è efficace la fisioterapia
Oltre a mere alterazioni fisiche relative ai muscoli, i fisioterapisti possono coadiuvare la guarigione o il miglioramento di patologie:
- neurologiche, il come parkinson, aiutando il paziente a svolgere movimenti che rimangono difficoltosi e insegnando tecniche in grado di sciogliere il corpo quando si bloccano gli arti. Si parla di autogestione fisica [4], che può aiutare il soggetto ad accettare la malattia e vivere la vita di tutti i giorni in modo più sereno, superando autonomamente situazioni difficoltose, come blocchi momentanei della contrazione muscolare. Anche nella sclerosi multipla [5] la mobilitazione del corpo rende il paziente più consapevole delle proprie capacità;
- cardiovascolari, alcune linee guida olandesi [4] raccomandano, per pazienti che soffrono di malattie cardiache di: esercitare il tratto respiratorio, praticare esercizi aerobici e allenamenti che rinforzino la muscolatura. In seguito a un eventuale ricovero, invece, meglio performare solo training di rilassamento;
- respiratorie, soprattutto l’asma, infatti, come ricerche universitarie dimostrano [6], allenando i muscoli responsabili della respirazione si possono effettivamente migliorare le condizioni di tali pazienti riducendo l’utilizzo di farmaci ed elevando anche il loro umore.
Le tecniche fisioterapiche
I fisioterapisti operano sul corpo sfruttando differenti tecniche che sono molto varie tra loro; alcune impiegano solo la manipolazione, altre, invece, utilizzano una strumentazione specifica. Ogni terapista dopo la laurea sceglie la branca in cui vuole specializzarsi e in quest’ambito frequenta dei corsi e fa molta pratica, per questo motivo è bene informarsi e scegliere un professionista che opera nel campo d’interesse. Ad esempio se si è interessati a massaggi di massoterapia occorre identificare uno studio che ha al suo interno un fisioterapista che offre questo servizio in quanto non tutti sono esperti in questa specialità. Nei paragrafi successivi illustreremo le tecniche più usate in fisioterapia.
Onde radio
Le onde radio sono una tecnica strumentale per la quale si usa un dispositivo che emana frequenze elettromagnetiche in grado di penetrare nel corpo per 3 o 4 cm. Si impiegano per curare alterazioni di ossa, muscoli e tendini e sono controindicate per pazienti che hanno pacemaker cardiaco perché potrebbero alterarne il funzionamento. Sono sconsigliate anche per donne in gravidanza infatti queste onde generano vibrazione nei liquidi determinando un riscaldamento della parte trattata con il manipolo, che in questo caso viene chiamato antenna. Uno dei metodi più conosciuti che usa questo tipo di onde è la tecnica TECART (Trasferimento Energetico Capacitativo e Resistivo). Questa terapia riduce il dolore già dalle prime sedute e, con il tempo, elimina totalmente l’infiammazione e aiuta il tessuto a auto-rigenerarsi.
Ultrasuoni
Gli ultrasuoni sono delle onde sonore, costituiscono il più flebile rumore udibile dall’orecchio umano, quelle usate in fisioterapia raggiungono massimo i 20.000 Hertz. Più la loro frequenza è elevata maggiore sarà la penetrazione all’interno del corpo, oltre a questo parametro l’attraversamento dei tessuti deriva anche dalla loro densità, più sono compatti meno le loro molecole vibreranno, quindi tale terapia sarà poco efficace. Questo è il motivo per il quale gli ultrasuoni si utilizzano soprattutto solo su tessuti molli. Normalmente si impiega un apparecchio dotato di un manipolo che è posto sull’area dolente, la quale viene preventivamente cosparsa di un gel che aiuta a veicolare le vibrazioni. Ci sono fondamentalmente due tipi di ultrasuoni, quelli che:
- riscaldano, si sfrutta il calore come parametro terapeutico;
- non riscaldano, in questo caso si utilizzano gli effetti meccanici degli ultrasuoni, quindi la capacità di indurre cambiamenti nell’organismo grazie alla vibrazione, agiscono in modo simile a un massaggio.
Mobilizzazione articolare
La mobilizzazione articolare svolta da un terapista della riabilitazione può essere attiva o passiva. Nel primo caso è il paziente che autonomamente fa i movimenti che gli vengono richiesti, nel secondo è l’operatore che lo aiuta, permettendo al soggetto di ritrovare la giusta mobilità. Per questa terapia si possono usare dei pesi per rinforzare i muscoli o dei macchinari come il CPM (Continuous Passive Motion) per stimolare l’allenamento di un arto, questo viene impiegato soprattutto dopo un’operazione chirurgica.
Massaggi
I fisioterapisti possono fare anche dei massaggi come parte integrante della loro terapia; tali trattamenti si realizzano utilizzando la pressione digitale su alcuni punti del corpo per decontratturare i muscoli o rilassare la zona. Queste due azioni sono fondamentali per determinare l’efficacia della successive procedure terapeutiche. Uno dei massaggi più richiesti è la massoterapia, si tratta di una pressione su zone dolenti o problematiche esercitata con le mani nude da parte del fisioterapista. Il target di questa terapia sono i muscoli e i nervi ma anche i vasi sanguigni e linfatici, infatti risulta essere efficace pure per eliminare inestetismi come la cellulite.
Esercizi
Dopo aver superato il dolore acuto di muscoli e ossa, conseguente a un trauma o a un’operazione chirurgica, i fisioterapisti consigliano di praticare degli esercizi specifici per far riprendere il corpo completamente. Il terapista infatti può anche indicare un allenamento, con degli esercizi da seguire, da ripetere due o più volte a settimana. Una terapia che si snoda in questo senso è la ginnastica posturale che aiuta a riallineare il fisico e ad avere una posizione eretta e distesa che evita la comparsa di dolori o fastidi.
Taping kinesiologico
Attualmente la tecnica del taping kinesiologico, utilizzata prima solo in ambito sportivo, è diventata molto di moda, grazie, soprattutto, alla sua efficacia nel combattere alcuni infortuni muscolari. Si tratta dell’applicazione di particolari nastri adesivi elastici che trasferiscono la loro tensione ai distretti dove vengono incollati per distendere i muscoli. Molti fisioterapisti si sono specializzati in questa tecnica che risulta essere efficace, come dimostrano anche degli studi [2], per l’eliminazione del dolore in alcune parti del corpo soprattutto se associata ad altri tipi di terapia, sia fisioterapica che farmacologica.
Fonti: [1]https://aifi.net/wp-content/uploads/2017/03/PolicyStatementAIFI-2B-FisioterapiaDiIniziativa-discussione-in-DN-05.03.2017-.pdf [2] https://www.physiotherapyjournal.com/article/S0031-9406(18)30271-2/pdf [3] https://www.physiotherapyjournal.com/article/S0031-9406(19)30127-0/pdf [4] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0954611112005045 [5] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4268216/ [6] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3375103/
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