L’anoressia nervosa

La parola “anoressia” significa letteralmente, dal greco antico, “mancanza di appetito”. L’anoressia indica una condizione per la quale la persone rifiuta di nutrirsi o è impossibilitata a mangiare e bere. Le cause possono essere molto varie: tumori, polmoniti, disturbi neurologici, demenza. Andremo però ad approfondire un tipo particolare di anoressia, chiamata anoressia nervosa (AN), che non è un sintomo di altre gravi patologie, ma è una patologia essa stessa.

L’anoressia nervosa è il più diffuso disturbo di tipo alimentare, insieme alla bulimia, e consiste nel rifiuto volontario del cibo, legato all’ossessione verso la magrezza. Una persona anoressica non dimagrisce perchè non ha appetito o perchè non pensa al cibo, ma è totalmente dominata dall’ossessione per esso; pesare ogni alimento, contare le calorie, evitare situazioni dove si potrebbe mangiare o bere, controllare il peso, sono pensieri ossessivi che condizionato tutta la quotidianità.

L’anoressia nel passato

Perseguire l’ideale di un corpo magro non è un’ossesione solamente moderna, già nel passato abbiamo casi di persone che volontariamente rifiutavano di mangiare. Nel medioevo il motivo prevalente che spingeva le persone al digiuno era quello religioso, molte persone passate alla storia per la loro religiosità, viste con occhi moderni, erano affette da anoressia nervosa.

Il tema dell’anoressia fu affrontato e codificato in modo scientifico durante il XIX secolo, grazie allo sviluppo della psichiatria moderna. Anche Freud parlò del fenomeno dell’anoressia, scrivendo “mi sembra, dopo attenta osservazione, essere una melanconia dove la sessualità non è sviluppata”. Oggi, dal 1968, l’anoressia è inserita e riconosciuta nel DMS, il manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali.

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I numeri

E’ difficile stimare quante siano le persone che soffrono di anoressia, perchè non tutti i casi vengono segnalati. Solamente i casi più gravi diventano “ufficiali”, ma molte persone soffrono di questa patologia senza esserne consapevoli oppure senza mai rivolgersi ad un medico.

Possiamo dire però che l’anoressia è un problema principalmente femminile, circa il 90% sono donne, ragazze o addirittura bambine. La discussione sul perchè ci siano nettamente più donne anoressiche che uomini è aperta, uno dei motivi potrebbe essere che il modello femminile imposto dalla moda e dai media è più magro, quello maschile più muscoloso. Negli ultimi anni emergono sempre più casi di anoressia al maschile, sia perchè oggi è più facile chiedere l’aiuto del medico, sia perchè anche gli uomini sono pressati dalla società ad avere e mantenere un corpo magro. E’ un problema che esordisce presto, di solito durante l’adolescenza, tra i 15 e i 19 anni ma ci sono anche casi di persone mature o anziane che diventano anoressiche.

Le cause

L’anoressia non ha una causa unica ma si origina dal concorso di fattori diversi. Esistono cause di tipo biologico, come disfunzioni ormonali e problemi alla tiroide, cause genetiche, si nota infatti una certa familiarità, cause psichiatriche.

Le cause più rilevanti sono però di tipo sociale e psicologico. La nostra società promuove un modello estetico, soprattutto per le donne, estremamente snello, poco realistico tra le persone reali. Perseguire una figura magra a tutti i costi può portare a privarsi del cibo e quindi cadere nell’anoressia. Le vittime principali sono gli adolescenti, che attraversano una fase in cui il corpo cambia e diventa adulto, più insicuri riguardo la loro fisicità e più bisognosi di essere approvati e apprezzati dal gruppo.

A volte il rifiuto del cibo è una forma di comunicazione non verbale, una richiesta di aiuto ad amici e familiari che sembrano non accorgersi del malessere e del dolore che questa persona sta vivendo. Rifiutare il cibo potrebbe essere anche una forma estrema di auto punizione, il non ritenersi meritevole neppure di nutrirsi a sufficienza.

L’anoressia può originarsi anche da motivi psicologici, come dolori profondi, abbandoni, abusi sessuali e violenza familiare, problemi economici.

I sintomi dell’anoressia

I segnali tipici dell’anoressia sono tre, e possono presentarsi tutti o solo uno o due, a livelli di gravità diversa. Il sintomo più evidente è che la persona non mangia abbastanza, in maniera volontaria e in assenza di gravi patologie fisiche, e durante il giorno non assume abbastanza nutrienti per mantenersi attiva e in buona salute. La soglia che inizia a destare preoccupazione è quando il peso corporeo è circa l’80% del peso previsto.

Un comportamento tipico di una persona anoressica è mangiare in modo estremamente lento, dividendo il cibo il pezzi piccolissimi.

Un altro sintomo dell’anoressia è la paura, anzi il terrore, di prendere peso, di vedere aumentato anche in maniera impercettibile il grasso corporeo o il disgusto verso la sensazione di sazietà.

Il terzo segnale, e quello più subdolo, è chiamato “disturbo dell’immagine corporea” o “dismorfismo corporeo“. La persona ha un’immagine distorta e non realistica del proprio corpo, per esempio si sente grassa pur essendo sottopeso. Proprio questo percepirsi in modo alterato porta chi è anoressico a dimagrire sempre di più.

Problemi correlati all’anoressia

Un comportamento anoressico non crea solo una perdita di peso ma tutto un insieme di problematiche correlate, anche gravi.

Le più comuni sono:

  • Amenorrea: nelle donne, a causa dell’eccessiva magrezza e malnutrizione, il ciclo mestruale si interrompe. Il ciclo si interrompe perchè il corpo non sopporterebbe un’eventuale gravidanza.
  • Secchezza della pelle: la mancanza di nutrienti e liquidi causa pelle secca, irritabile e squamosa.
  • Brachicardia: a causa della malnutrizione il ritmo cardiaco rallenta, in modo anche molto grave.
  • Ipotermia: le persone con anoressia hanno una temperatura più bassa del normale e un’eccessiva sensibilità al freddo.
  • Ipotensione arteriosa: la pressione sanguigna è molto bassa, causando svenimenti e debolezza.
  • Osteoporosi: in mancanza di calcio e vitamine le ossa diventano fragili e meno dense.

Due tipi di anoressia

L’anoressia, a seconda del modo di rifiutare il cibo, può essere divisa in due tipologie:

  • Anoressia restrittiva: in questo caso la perdita di peso è indotta ingerendo pochissimo cibo, possibilmente molto poco calorico e cercando di bruciare più calorie possibile con l’attività fisica.
  • Anoressia con condotte di eliminazione: il cibo viene assunto ma subito dopo il pasto viene indotto il vomito o vengono assunti lassativi e diuretici. In questo modo non vengono assimilati i nutrienti.

Le patologie psichiatriche

L’anoressia in molti casi è concomitante con disturbi di tipo psichiatrico.

Nella maggior parte dei casi la persona con anoressia presenta anche depressione e ansia. In altri casi l’anoressia è legata ad una dipendenza da droga o alcol, o anche a disturbi di personalità, disturbo ossessivo compulsivo e schizofrenia.

La diagnosi

Per ora non esiste un esame specifico per diagnosticare l’anoressia, ma i medici si basano su informazioni sul passato del paziente, sul suo comportamento e su analisi che confermino lo stato di salute debilitato.

Esistono dei questionari clinici, che i medici possono proporre, per confermare la diagnosi, riguardo il comportamento alimentare, la percezione del corpo, la paura di prendere peso, le emozioni che si provano in relazione al cibo.

Curare l’anoressia

E’ possibile uscire dal baratro dell’anoressia ma purtroppo non è un percorso semplice e immediato. Siccome le cause di questa patologia sono così molteplici anche la terapia è organizzata su più fronti e messa in atto da un team multispecialistico di professionisti. L’obiettivo non è solo tornare in salute e ad un peso adeguato, ma anche ristabilire il benessere psicologico, sociale e la corretta percezione del proprio corpo.

L’anoressia può essere trattata sia in maniera ambulatoriale che con ricovero in strutture specializzate. Di solito si preferisce la cura ambulatoriale se il fisico non è troppo debilitato e se non ci sono imminenti pericoli per la vita.

Terapia nutrizionale

Il primo obiettivo dei medici è scongiurare i problemi legati alla malnutrizione, che potrebbero anche essere mortali. Per prima cosa la persona con anoressia deve ricominciare ad assumere un quantitativo di calorie adeguato, di almeno 1500 kcal al giorno. Una persona gravemente denutrita non può però tornare ad alimentarsi normalmente da un momento all’altro, ma introdurre in modo graduale sempre più cibo alla volta. Introducendo subito una grande quantità di nutrienti si potrebbe andare incontro alla sindrome da rialimentazione.

Per reintegrare vitamine e minerali carenti possono essere anche introdotti integratori alimentari, sempre sotto il controllo medico.

I farmaci

I medici trattano l’anoressia anche con terapia farmacologica, in particolare sono usati per trattare la depressione, il disturbo d’ansia e la psicosi. In realtà non esistono farmaci specifici per l’anoressia, ma si usano farmaci per trattare le cause e i sintomi.

La psicoterapia

La psicoterapia è fondamentale per trattare l’anoressia, e ha l’obiettivo di indagare e risolvere le cause psicologiche e sociali che hanno portato alla malattia. Le sedute di psicoterapia sono sia individuali che familiari e di coppia, proprio perchè i rapporti familiari possono essere disfunzionali e origine del disturbo. Inoltre il supporto di amici e familiari è fondamentale nel percorso di guarigione.

Di solito si preferisce un percorso di terapia cognitivo-comportamentale, cercando di analizzare il legame tra il pensiero e il comportamento rispetto al cibo. In questo modo è possibile adottare strategie per controllare l’ossessione verso il cibo e avere una migliore percezione del proprio corpo, imparando a conoscere le proprie emozioni.

Fonti:
https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/disturbi-di-salute-mentale/disturbi-del-comportamento-alimentare/anoressia-nervosa
https://www.topdoctors.it/dizionario-medico/anoressia#
https://www.eatingdisorderhope.com/information/anorexia
https://mentalhealth.org.nz/conditions/condition/anorexia-nervosa