La riabilitazione cardiorespiratoria è un settore specifico del mondo della riabilitazione, specializzato nel trattamento di cuore e polmoni.

Le patologie che colpiscono due degli apparati fondamentali per la salute dell’uomo, quello cardiocircolatorio e quello respiratorio, possono compromette in modo irreversibile la vita della persona che ne è affetta.

Dopo l’esordio della patologia la quotidianità e le abitudini che si avevano fino a quel momento devono essere cambiate drasticamente, per evitare sforzi eccessivi.

Questa situazione si ripercuote anche sulla psiche del paziente che può andare incontro a depressione [1] perché non si sente più autosufficiente.

Problemi respiratori per cui è efficace la riabilitazione

La patologia respiratoria per cui la riabilitazione può essere davvero efficace si chiama BPCO, acronimo che sta per Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva.

Si tratta di un male che non può guarire ma, con la costanza e i consigli giusti, può migliorare.

Il paziente ha a un’infiammazione costante del tessuto polmonare, causata da batteri, virus o funghi, che creano una tosse persistente, accompagnata anche da catarro.

Dopo qualche anno dalla comparsa della BPCO si manifesta la dispnea, un termine tecnico che definisce un’alterazione della frequenza e del ritmo della respirazione.

Il paziente ha il fiato corto, l’affanno, non riesce a riempire in modo corretto i polmoni e questa situazione, a lungo andare, porta l’atrofizzazione dei muscoli, rendendo sempre più difficoltoso l’ingresso dell’aria. 

Altre patologie da trattare con la riabilitazione polmonare

Oltre a questa, anche altri tipi di patologie respiratorie [2], possono beneficiare della fisioterapia, queste sono:

  • asma, si tratta di un’infiammazione a livello dei bronchi che determina la produzione di un’eccessiva quantità di muco;
  • fibrosi polmonare, una patologia a sé stante o derivante da altre malattie, che crea una progressiva morte delle cellule dei polmoni, portando a una crescente difficoltà nella respirazione;
  • enfisema, si presenta con la perdita di elasticità del tessuto polmonare che determina una ridotta capacità di immettere aria all’interno del corpo.

Problemi cardiaci trattabili con la riabilitazione

I problemi cardiaci per cui è efficace la riabilitazione sono vari [3], ma si consiglia di metterla in pratica quando le condizioni del paziente sono stazionarie e non gravi. Le patologie per cui si hanno maggiori benefici sono:

  • ischemia, genera difficoltà circolatorie, il sangue fatica a raggiungere i tessuti periferici, il più colpito è il cervello che può manifestare dei danni permanenti se non ottimamente vascolarizzato;
  • infarto miocardico, morte improvvisa di tessuti cardiaci per motivazioni differenti, la maggior parte delle volte si verifica a causa di un trombo che interrompe l’afflusso di sangue;
  • scompenso cardiaco cronico, incapacità del cuore di contrarsi efficacemente ciò impedisce l’arrivo di ossigeno ai tessuti e l’accumulo di sangue venoso.

Strumenti per valutare la salute di cuore e polmoni

Nel caso in cui si soffre di problemi al cuore o ai polmoni ci sono degli strumenti che permettono, anche a casa, di valutarne i parametri e vedere se questi sono nella norma o meno.

Tali dispositivi sono utili per accorgersi in tempo di una crisi e rivolgersi celermente a un medico.

Quelli più usati sono:

  • cardiofrequenzimetro, si tratta di un dispositivo che presenta un sensore che deve essere posto sul petto all’altezza del cuore, grazie a una fascia elastica. Questo trasmette i dati che rileva, circa la frequenza di contrazione cardiaca, a un dispositivo con un piccolo monitor.
  • spirometro, è uno strumento che fornisce informazioni sulla funzionalità dei polmoni, per attivarlo basta soffiarci dentro. Quantifica l’aria che si riesce a espirare e inspirare in un’ unità di tempo, per valutare la salute di bronchi e polmoni;
  • saturimetro, è un piccolo dispositivo che si aggancia sulla punta di un dito, grazie a un laser riesce a valutare il colore del sangue e quindi vedere quanto ossigeno è legato alle molecole di emoglobina.
  • misuratore di pressione, è un sistema che dà informazioni sulla forza con cui il cuore pompa il sangue nelle arterie. Una fascia si stringe sul braccio per interrompere il flusso sanguigno, in seguito un sistema computerizzato lascia la presa lentamente e il dispositivo riesce a calcolare la massima, cioè il primo rumore che fa il sangue quando ricomincia a scorrere, e la minima, l’ultimo suono che si sente.

Esami da fare prima di iniziare una riabilitazione

Una riabilitazione cardiorespiratoria si distingue dalla semplice attività fisica in quanto questa è coordinata da tecnici e il paziente viene continuamente monitorato durante tutte le sedute.

Egli si trova in un ambiente protetto perché è controproducente sottoporlo a sforzi eccessivi che potrebbero solo danneggiarlo. Prima di iniziare un percorso di riabilitazione è importante sottoporsi a diversi esami, questi sono più o meno gli stessi sia se si hanno problemi cardiaci che polmonari:

  • elettrocardiogramma o ECG, registra l’attività del cuore; il macchinario prendendo informazioni dagli elettrodi applicati sul petto e genera un tracciato che mostra le contrazioni del cardiache; alterazioni di tale grafico possono mostrare problemi in tal senso;
  • ecocolordoppler, si tratta di un esame che monitora i vasi sanguigni e la loro funzionalità, mostra eventuali restringimenti o zone in cui il flusso è più lento;
  • esami del sangue, si preleva un piccolo campione ematico su cui poi si faranno delle rilevazioni in base ai parametri che si vogliono controllare;
  • holter pressorio consiste nel monitoraggio della pressione arteriosa per un’intera giornata;
  • test del cammino, serve per valutare le funzionalità cardiache e respiratorie del soggetto in una situazione che si verifica giornalmente, cioè lo spostamento a piedi. Si chiede al paziente di muoversi quanto più in fretta possibile su un percorso in pianura per 6 minuti, mentre si monitorano le sue funzioni vitali;
  • test da sforzo, serve per valutare la salute del cuore, infatti si osserva il soggetto, tramite un ECG, mentre sta svolgendo un’azione faticosa: correre su un tapis roulant o di pedalare su una cyclette. 

Come la riabilitazione cardiorespiratoria migliora la vita di un paziente

La riabilitazione cardiorespiratoria è un percorso che i pazienti fanno insieme a un terapista per riappropriarsi della loro vita e tornare a essere autonomi e avere un maggior controllo sul proprio corpo. Le attività che vengono svolte hanno come obiettivo primario il miglioramento delle funzioni di cuore e polmoni che poi si ripercuote su tutto l’organismo. Il primo passo per avere degli effetti visibili è quello di modificare alla base il proprio stile di vita, smettendo di fumare e mangiando sano.

In secondo luogo è fondamentale non essere troppo sedentari, infatti il movimento è proprio la chiave dell’inizio di una ripresa fisica.

Se vuoi saperne di più su come trovare il percorso riabilitativo più adatto a te, leggi il nostro articolo su questo argomento.

La riabilitazione cardiaca

Ogni tipo di riabilitazione è personale, in seguito a una visita medica si decideranno quali sono le aree da allenare, la metodologia da usare, la durata della terapia e la sua intensità.

In generale le attività più impiegate per rinforzare cuore e arterie sono:

  • esercizi aerobici, puntano all’allenamento dei muscoli e all’aumento del fiato. Si usano, di solito, cyclette o tapis roulant e dopo delle sessioni in palestra il paziente è invitato ad andare a passeggiare anche all’aperto per rinforzare la sua autonomia [4];
  • terapia occupazionale, sostiene il soggetto in varie fasi della malattia aiutandolo a vivere un’esistenza normale ed essere quanto più autonomo possibile nelle azioni di tutti i giorni.
  • ginnastica calistenica, una pratica molto antica che permette di performare movimenti armonici, nelle sedute si ripetono delle azioni varie volte, fino ad abituare il corpo a svolgerle nel miglior modo possibile;
  • stretching muscolare, si basa sull’allungamento di muscoli e legamenti con movimenti di trazione lenti fatti in autonomia o con l’aiuto del fisioterapista. Questa attività permette di avere più elasticità e muoversi meglio.

La riabilitazione polmonare

Come per la riabilitazione cardiaca anche in ambito polmonare è fondamentale eseguire degli esami preliminari per stabilire quale terapia seguire, la sua frequenza e la durata.

La situazione del paziente, se questo sarà costante nel seguire i consigli del terapista, migliorerà drasticamente: il respiro non sarà più affannoso e troverà giovamento nello svolgere le attività quotidiane.

Gli esercizi più usati in questo ambito sono:

  • aerobici, spesso si sfruttano dei dispositivi meccanici come tapis roulant e cyclette ottimi per mobilizzare le gambe. Per allenare gli arti superiori e consentire ai pazienti di svolgere, senza problemi, attività che prevedono l’utilizzo delle braccia, invece, si fanno altri tipi di esercizi che possono prevedere o meno pesi. 
  • ginnastica respiratoria, allena i muscoli respiratori in particolare quelli del diaframma e del costato. Il terapista indica al paziente i movimenti da svolgere per favorire un riempimento quanto più efficace possibile dei polmoni;
  • stimolazione elettrica neuromuscolare, detta anche NMES, si utilizza un dispositivo in grado di determinare la contrazione muscolare tramite la generazione di scariche elettriche, molto utile per pazienti con difficoltà di movimento. Questo tipo di terapia non prevede sforzi e quindi non crea neanche crisi respiratorie.
Riferimenti
[1] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16440404
[2] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23676960
[3] https://www.heart.org/en/health-topics/cardiac-rehab/how-will-i-benefit-from-cardiac-rehab
[4]https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/CIR.0000000000000663