La sindrome da deficit dell’attenzione fu descritta per la prima volta da Heinrich Hoffman, psichiatra e scrittore tedesco, nel 1845. Lui descrisse in un libro, “The Story of Fidgety Philip”, tutta la sintomatologia e i comportamenti di un bambino affetto da ADHD.
Come ci si accorge che il bambino ha un deficit di attenzione?
Sommario
Tutti i bambini sono vivaci. Amano giocare, correre, e ai nostri occhi possono apparire eccessivamente irrequieti. Quindi, quando è il caso di pensare a un disturbo vero e proprio?
Come capire se abbiamo davanti un bambino molto vivace o un reale disturbo?
Solitamente i campanelli di allarme sono due:
- il bambino con un deficit di attenzione ha molta difficoltà a concentrarsi su qualsiasi attività, per più di qualche minuto. Per questo ha difficoltà nelle attività che richiedono concentrazione. Non resterà più di qualche minuto interessato al gioco, o allo studio. A volte un bambino con un deficit di attenzione viene giudicato svogliato, non studioso, proprio perché non è in grado di applicarsi il tempo necessario per ottenere dei risultati. Ha anche difficoltà a ricordare le cose già dette o le nozioni acquisite, per questo viene giudicato smemorato e disattento.
- La seconda caratteristica segnale di un deficit di attenzione è l’iperattività, l’estrema agitazione fisica e l’impulsività. Il bambino che proprio per il suo problema non riesce a portare a termine un’azione, potrebbe reagire con scatti d’ira. Inoltre il bambino con deficit di attenzione tende ad interrompere continuamente anche le attività degli altri, degli adulti o dei compagni.
Affinchè l’iperattività venga diagnosticata come disturbo è necessario che non sia un episodio isolato. Il comportamento anomalo deve verificarsi per più di sei mesi, con gravi sintomi di agitazione e impulsività. Insomma, se il vostro bambino ognittanto non si comporta benissimo, non preoccupatevi.
Le cause del disturbo da deficit dell’attenzione
Una volta che il disturbo è stato diagnosticato ai genitori viene in mente solo una domanda: perché?
Ancora oggi non c’è una risposta chiara sulle origini di questo disturbo, anche se gli specialisti sono d’accordo che ci sia un fattore di familiarità. Oggi la comunità scientifica è orientata sull’attribuire la causa dell’ ADHD ad un’alterazione dei neurotrasmettitori.
I fattori che sono determinanti per l’esordio sono molti, sociali, ambientali, comportamentali, biochimici e genetici, e spesso tutti questi diversi fattori coesistono.
Tra i fattori ambientali che incidono sullo sviluppo del disturbo di attenzione abbiamo il fumo e l’assunzione di alcol durante la gravidanza, la nascita prematura o con un basso peso corporeo, parti difficili.
Altri fattori di rischio possono essere infezioni, intossicazioni da piombo, o altre sostanze tossiche.
Come comportarsi con un bambino con disturbo dell’attenzione?
Le persone vicine ad un bambino iperattivo, i genitori stessi, non sanno come comportarsi.
I genitori facilmente oscillano dall’essere iperprotettivi, considerando il proprio bambino diverso e inferiore ai coetanei, all’essere impazienti e aggressivi. Il comportamento di un bambino con deficit di attenzione può risultare stressante, soprattutto nei momenti di stanchezza. Il bambino interrompe le attività, ha scatti d’ira, piange, non esegue i piccoli compiti.
Probabilmente il comportamento corretto sta nel mezzo, essere assertivi e fermi, avere poche regole semplici e chiare senza arrivare ad essere esasperati.
E’ inutile minacciare il bambino, o addirittura sminuirlo. In questo modo si potrebbe ledere per sempre la sua autostima, farlo sentire un incapace. Piuttosto è importante dare al bambino dei piccoli obiettivi, che lui può portare a termine, e rafforzarlo positivamente.
Non solo a casa, ma anche gli insegnanti possono adottare strategie per evitare di lasciare indietro il bambino durante l’orario di lezione. E’ un ottima strategia suddividere i compiti in piccole parti e lasciare, dopo ogni step, qualche minuto di riposo.
E’ importante poi, per genitori e insegnanti, non sovraccaricare di stimoli il bambino. Il bambino con iperattività tende a distrarsi molto facilmente, è bene che a disposizione abbia solo gli oggetti che sta usando. Troppa confusione sul tavolo gli porta solo nervosismo e confusione.
Anche l’ambiente, di gioco o di studio, è meglio abbia pochi stimoli. Evitiamo i rumori di fondo, la televisione accesa, musica. In questo modo il bambino ha più facilità nel concentrarsi nella sua attività.
I disturbi associati al deficit di attenzione
Il disturbo di iperattività e attenzione molto di frequente è accompagnato da altri tipi di disturbi, comportamentali e cognitivi.
Il bambino con ADHD può avere anche difficoltà di apprendimento, nella scrittura e nella lettura. Ecco che è facile incontrare una commorbità con disturbi specifici dell’apprendimento, i più frequenti disgrafia e dislessia.
Un altro disturbo che spesso è riscontrabile è il disturbo ossessivo compulsivo, disturbi d’ansia, disturbi dell’umore e disturbi del sonno.
Il disturbo dell’attenzione negli adulti
Fin ora abbiamo parlato di bambini, ma il disturbo da deficit dell’attenzione può interessare anche persone adulte.
Il disturbo da deficit dell’attenzione compare sempre in età infantile ma a volte non viene diagnosticato correttamente. In età adulta è più difficile diagnosticare l’ ADHD, perché può facilmente essere confuso con un disturbo psichiatrico.
Una persona adulta con questo problema ha difficoltà ad avere relazioni sociali, difficoltà sul lavoro e nello studio, sbalzi d’umore, impulsività. E’ difficile non confondere questi sintomi, molto generici, con un disturbo d’ansia, depressione, sindrome bipolare.
Un adulto con un disturbo di attenzione e iperattività ha difficoltà sul lavoro e nelle relazioni. Purtroppo spesso il disagio porta a sviluppare dipendenze, da sostanze, da alcol o comportamentali. Sono frequenti infatti i casi in cui la dipendenza è una conseguenza di un disturbo non diagnosticato nell’infanzia.
Come trattare il disturdo da deficit dell’attenzione
Fin ora abbiamo fatto il punto su cosa è l’ ADHD, come riconoscerlo e le caratteristiche più indicative. Una volta però che il disturbo dell’attenzione è diagnosticato, cosa si può fare? E’ possibile guarire?
Il deficit dell’attenzione purtroppo è una condizione cronica, e non è possibile guarire con un colpo di bacchetta magica. E’ possibile però tenere sotto controllo i sintomi più disturbanti e migliorare, giorno dopo giorno, le proprie abilità.
I bambini a cui viene diagnosticato il disturbo da deficit di attenzione vengono trattati sotto vari aspetti, coinvolgendo nei trattamenti i familiari e la scuola. La collaborazione delle persone prossime al bambino è fondamentale per il suo benessere e il suo miglioramento.
- Terapia comportamentale e psicologica: è uno degli strumenti fondamentali per il trattamento del deficit di attenzione. Vengono impostate le strategie quotidiane per svolgere le attività di tutti i giorni, si rafforza l’autostima, si impara a gestire i momenti negativi. L’aiuto del terapista ha come obiettivo ridurre i comportamenti aggressivi e disfunzionali del bambino e supportare i familiari.
- Trattamento farmacologico: in alcuni casi più difficili può essere utile anche l’assunzione di farmaci, per controllare la sintomatologia. I medici sono sempre molto cauti nel somministrare psicofarmaci in età infantile.
Concludendo, il disturbo da deficit dell’attenzione deve essere sempre diagnosticato da un medico competente, prima possibile.
Ritardare la diagnosi significa infatti aggravare le conseguenze del disturbo, soprattutto a livello psicologico, accentuare l’isolamento e il disagio del bambino.
Tuttavia, niente panico!
Con un disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività si può fare una vita serena e felice, grazie al supporto adeguato e all’aiuto dei propri cari!
Fonti:
https://blog.redcross-edu.ch/it/diventare-genitore/bambino-iperattivo-come-riconoscere-i-sintomi/
https://www.doveecomemicuro.it/notizie/news/sindrome-adhd
https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/pediatria/disturbi-dell-apprendimento-e-dello-sviluppo/disturbo-da-deficit-di-attenzione-iperattivit%C3%A0
https://www.my-personaltrainer.it/salute-benessere/adhd.html
http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=64&area=Disturbi_psichici
Scrivi un commento